Pubblicato il: 27 01 2022
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Il Garante ha avviato un'indagine sulle app più scaricate per verificare se acquisiscono dati attraverso il microfono dei nostri smartphone anche quando non lo utilizziamo.

Sarà capitato anche a voi di parlare di un argomento con un amico, e ritrovarlo in forma di annuncio o banner pubblicitario su Facebook o in altri siti web.

Questo accade perchè i sensori degli smartphone - e in particolare i microfoni - possono rimanere attivi anche quando non stiamo utilizzando il nostro dispositivo. In questo modo potrebbero essere utilizzati per raccogliere informazioni, utilizzabili per diverse finalità anche da terzi: ad esempio per attività di marketing.

Quello delle app che, tra le autorizzazioni di accesso richieste al momento dell'installazione, inseriscono anche l’utilizzo del microfono, è un fenomeno diffuso. Troppo spesso, come utenti, concediamo questi permessi senza pensarci troppo e senza informarci sufficientemente sull’uso che verrà fatto dei nostri dati.

Se decidiamo di concedere l’accesso da parte di una app ai sensori e funzionalità del nostro smartphone (fotocamera, microfono, geolocalizzazione, ecc.) e ai dati che contiene (archivio immagini, rubrica, calendario, ecc.), leggiamo sempre PRIMA con attenzione l’informativa sul trattamento dei dati personali, per capire, quali e quanti dati potranno essere raccolti, come potranno essere utilizzati, per quali fini, da chi.
 

Non preoccupatevi se avete già concesso alle app, l’autorizzazione per l’accesso ai sensori, possiamo comunque decidere di disattivare il permesso di utilizzo, magari lasciando attive le autorizzazioni solo per quelle applicazioni per cui possono essere indispensabili.

Per evitare ascolti indiscreti, possiamo adottare alcune accortezze scopri quali cliccando qui